mercoledì 7 maggio 2008

Sindaco di tutti ma non dei gay

Dopo il festival del cinema autarchico - «bisogna preservare l'identità del cinema italiano» - e la dura battaglia contro la teca dell'Ara Pacis - «è brutta, va rimossa» -, il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha trovato un nuovo obiettivo: rendere presentabile e decoroso il Gay Pride. «E' un fatto di esibizionismo sessuale ed io sono contrario all'esibizionismo, sia omosessuale che eterosessuale», ha dichiarato, ieri, davanti ai microfoni della Rai. Alemanno, dunque, non le manda a dire e chiarisce subito i confini entro i quali potrà muoversi il movimento gay capitolino nei prossimi cinque anni.
Ma quella del sindaco è più di una semplice "battaglia di civiltà", a ben vedere le sue parole contengono anche un "benevolo" consiglio alla comunità Lgbtq tutta. Quella del Gay Pride, infatti, sarebbe una «ostentazione non positiva anche per chi manifesta».
Insomma, passati i giorni dei grandi proclami bipartisan - «sarò il sindaco di tutti, anche di chi non mi ha votato» -, Gianni Alemanno ha scelto il tema dell'omosessualità per segnare la linea e l'identità della nuova amministrazione. Per chiarire di chi non sarà il sindaco.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ho letto in questi giorni gli articoli apparsi sui giornali riguardanti la posizione del Vaticano sui gay e i disabili.
"Non firmo", dice il papa, per la depenalizzazione dell'omosessualità, lasciando così che gli omosessuali vengano UCCISI nei paesi dove è prevista la lapidazione. Ma il giorno dopo, di nuovo "Non firmo", sostiene, perché nella convenzione ONU sui disabili non c'è una chiara condanna dell'aborto.
La difesa della vita soltanto dove e quando pare più opportuna è ormai la linea di condotta del Vaticano e ritengo (riteniamo, siamo tanti) che la vita vada difesa e non soltanto quella dei feti. Perché donne e uomini con un nome e un cognome, un certificato di nascita, una storia e una vita alle spalle e di fronte a loro hanno meno diritti di un feto di qualche settimana? Qualcuno ce lo spiega? Penso che un essere umano lo sia e lo rimanga anche se è gay o se ha abortito o anche soltanto sostenuto le campagne per la legge sull'aborto.
Qualcuno ha letto l'articolo di don Gino Rigoldi, apparso sulla Gazzatta dello sport del 3.12.2008 "Essere gay resti reato? Un autogol del Vaticano"? Per fortuna non tutti i preti sono filovaticani!!!
gabriella bona